domenica 22 aprile 2012

BANG


X Y . . . e Z

Un grande piano si estende orizzontalmente diventando il punto di partenza del progetto. Questo piano (per definizione bidimensionale) viene intersecato da altri piani, trasparenti e opachi, di dimensioni differenti suddividendo lo SPAZIO e dando origine ai diversi ambienti che accoglieranno le diverse funzioni. Come ho già detto il piano terra rimane completamente libero eccetto per i setti che scendono dai piani superiori che oltre ad identificare le varie aree (orti, percorsi, zona relax...) disegnano le traiettorie da percorrere con varchi e passaggi obbligati, ottenendo così un giardino dinamico.







SFALZAMENTO .. SLITTAMENTO..INCROCIO.. plastico







PADIGLIONE BARCELLONA

Ludwing Mies Van Der Rohe è partecipe dell'Espressionismo, più che agli aspetti plastici i suoi interessi sono rivolti alla trasparenza e alle forme cristalliformi.
Con la celebre Stanza di vetro alla Mostra di materiali di Stoccarda, Mies ideò un nuovo schema progettuale - un sistema compositivo che generava una pianta aperta caratterizzata da spazi fluidi e da un implicito senso di coreografia spaziale. La nuova esperienza spaziale scoperta nella Stanza di vetro fu esposta per la prima volta in forma compiuta nel padiglione tedesco alla fiera di Barcellona del 1929. Questo edificio destò l'attenzione internazionale in quanto espressione di una nozione radicalmente nuova di spazio dinamico. Lo spazio dava origine a inedite percezioni spazio-temporali.

Le sperimentazioni neoplastiche che conduce Mies riguardano la disarticolazione in lastre bidimensionali della costruzione e dell'uso del piano e delle sue leggi di aggregazione per SFALZAMENTO, SLITTAMENTO, e INCROCIO.


Lo spazio è un continuum libero e aperto, lo spazio è direzionato e sagomato da piani che non si chiudono mai, che fluiscono e si estendono. Lo spazio è articolato attraverso i setti.



Nel Padiglione di Barcellona, Mies introduce per la prima volta alcune significative innovazioni, sfruttando i principi della PIANTA LIBERA e degli SPAZI FLUENTI. L'edificio poggia sopra un podio di travertino alla cui estremità sud si eleva un segmento di muro dello stesso materiale che comporta una svolta di 180 gradi e conduce a un piccolo edificio annesso. Una grande piscina d'acqua si estende verso sud-est: le lastre del pavimento proseguono oltre il bordo dando l'impressione che l'acqua continui a scorrere sotto il basamento, e creando una continuità visiva tra interno ed esterno. Il tetto piano dell'edificio è sostenuto da pilastri cruciformi che danno l'impressione che il tetto sia sospeso e rivelano il carattere non portante delle pareti: lastre di pietra pregiata oppure il vetro colorato fungono unicamente da preziosi elementi divisori che sembrano fluire l'uno dentro l'altro al di sotto e oltre il tetto piano a creare un'armonica continuità tra esterno ed interno.